In risposta all’emergenza energetica scaturita dalle problematiche geopolitiche che hanno afflitto anche il nostro paese negli ultimi mesi, il ministro Cingolani (ex Ministero della Transizione Ecologica ora mutato in Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha firmato un decreto.
Quest’ultimo stabilisce quando e con quale modalità sarà possibile accendere gli impianti di riscaldamento nella stagione invernale 2022/2023.
Il nostro paese sarà diviso in zone:
A) Lampedusa e Linosa, Porto Empedocle
B) Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria, Agrigento, Messina e Catania
C) Napoli, Salerno, Caserta, Bari, Brindisi, Benevento, Catanzaro, Cagliari, Lecce, Ragusa, Cosenza e Taranto
D) Roma, Firenze, Ancona, Pescara, La Spezia, Grosseto, Lucca, Macerata, Viterbo, Pesaro, Avellino, Siena, Chieti, Foggia, Matera, Teramo, Vibo Valentia
E) Milano, Torino, Bologna, Parma, Trieste, Venezia, Aosta, Bergamo, Brescia, Modena, Padova, L’Aquila, Frosinone, Campobasso
F) Trento, Belluno, Cuneo.
A causa delle alte temperature degli ultimi giorni, alcuni sindaci dei comuni italiani hanno posticipato la data di accensione.
Nessuna limitazione per la zona F. I comuni di Milano e Verona invece fissano la data al 3 novembre; Bologna al 2 novembre; Bergamo, Torino e Cremona 29 ottobre; Pordenone il 28 ottobre e Varese il 31 ottobre. La zona D li potrà cominciare a riscaldare le case artificialmente in data 8 novembre mentre le zone A, B e C l’8 dicembre.
Lo spegnimento dovrà avvenire il 7 aprile per le zone E e D, il 7 marzo per le zone A e B, il 23 per la zona C. Ancora nessuna limitazione per zona F.
Temperature: la temperatura degli ambienti non potrà superare i 19 gradi nelle case e i 17 negli stabili con finalità industriale e artigianale. La tolleranza sarà di due gradi. Non è previsto un limite per i luoghi che ospitano individui sensibili quindi ospedali, case di riposo e asili.
